Villasor….scuola media

Ci siamo mai chiesti perchè la scuola media di Villasor è dedicata ad Ernesto Puxeddu?

Articolo tratto interamente dal sito della scuola di Villasor.

Nato a Villasor, il 14 settembre 1876, compiuti gli studi secondari, si iscriveva, a Cagliari, al corso per la laurea in ingegneria e, conseguita la licenza del biennio di matematica, si trasferiva alla Scuola di applicazione di Torino per completarvi i suoi studi, ma, spinto da una innata passione per la ricerca scientifica ed incoraggiato dal prof. Rotondi, ordinario di Chimica analitica e tecnologica, che ne aveva colto la felice inclinazione, rientrava nell’Università cagliaritana e vi conseguiva con esito brillante la laurea in chimica. Sotto la guida del prof. Giuseppe Oppo, che vi dirigeva l’Istituto di Chimica generale, collaborò alla studio degli ossiazocomposti e della loro costituzione, argomento allora, di viva discussione.

Nominato aiuto, presso lo stesso Istituto, dopo il trasferimento del Suo Maestro a Pavia, si dedicò allo studio degli aminossiacidi aromatici e, sfruttando l’azione riducendo della fenilidrazina, poté preparare una larga serie di questi derivati.

Al 1908 risalgono i Suoi lavori sulla condensazione degli aminossiacidi con le aldeidi aromatiche che sviluppò in parecchie note nelle quali poté chiarire esaurientemente l’andamento di questa reazione. Successivamente si dedicò allo studio dei polimeri dei fenoli a catena propenilica, conseguendo nuovi e brillanti risultati che gli consentirono di proporre, per questi composti, una costituzione ad anello tetrametilenico. Conseguita la libera docenza in Chimica generale, indirizzava la Sua attività allo studio delle essenze, raccogliendo una larga messe di risultati che formarono oggetto di numerose note.

Fu durante queste laboriose ricerche che, in seguito all’esplosione del materiale sottoposto a distillazione nel vuoto, venne colpito ad un occhio. Salito nel 1927 alla cattedra di Chimica farmaceutica, iniziava lo studio delle chetomorfoline che lo occupò per diversi anni e, sempre animato da un grande amore per l’isola natale, si interessò allo studio delle acque minerali sarde per furono largamente illustrate e valorizzate dalle Sue ricerche. Chiamato, per voto unanime della Facoltà di Scienze, alla Cattedra di Chimica generale, si dedicò con particolare cura alla organizzazione del nuovo Istituto e, pur continuando la sua attività scientifica, affinò le Sue doti di docente sì da rendere le Sue lezioni un modello di chiarezza e di compiutezza.

Ancora in questi ultimi anni, resi penosi dalla Sua malattia, volle dedicare tutta la Sua attività agli studi prediletti e la Sua morte lascia incompiuta una monografia sulle «Acque minerali della Sardegna», che verrà, a cura dei Suoi allievi, completata e pubblicata, quale riconoscente omaggio alla Sua memoria. Ma non si può valutare l’opera scientifica dello Scomparso senza rievocare la figura dell’Uomo.

L’austerità e la sostenutezza del suo temperamento, non riuscivano a celare la Sua innata modestia, l’umana sensibilità e la grande nobiltà del Suo animo; intransigente verso se stesso ed i doveri dei Suo ufficio, fu largo di benevola indulgenza verso i giovani allievi ed i Suoi collaboratori; nobilmente generoso anche verso coloro che, in un momento, divenuto per Lui critico, lo abbandonarono. La sdegnosa rigidità del Suo carattere gli consentì tuttavia di resistere alle lusinghe ed alle pressioni, non disgiunte da larvate minacce, dei sostenitori di un regime, di cui condivise le ideologie, che non ebbe la Sua adesione. Questa Sua serena fermezza ebbe, se pur tardo e breve, meritato riconoscimento ufficiale, quando, dopo la liberazione dell’isola venne dal voto unanime del Corpo Accademico chiamato alla carica di Rettore dell’Università e successivamente a quella di membro del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione. Fornito di varia e profonda cultura non si stancò di arricchire le sue conoscenze tenendosi al corrente dei progressi della Scienza, sicché ai Suoi collaboratori non venne mai meno il Suo incoraggiamento, il Suo aiuto.

La tragica fine del suo unico figlio segnò l’inizio di un destino crudele che doveva condurlo anzitempo alla tomba. Innanzi a questa si inchinano oggi reverenti e commossi colleghi, allievi ed amici che guardano a Lui come a un esempio di completa, dedizione alla Famiglia, alla Scienza, alla Scuola.

Tratto dalla rivista “La chimica e l’industria” del 31 marzo 1949

1 Commento (+aggiungi il tuo?)

  1. Sorry, I'm nicosecci (La persona sbagliata)
    Ott 22, 2017 @ 20:23:51

    La foto da dove l’hai presa?

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